venerdì 8 febbraio 2013

Storia di una Principessa e di un Pirata! Capitolo VII.

Capitolo VII - Sorridere fa bene all'anima!

L'oceano era di nuovo una tavola azzurra e la tempesta era sparita tanto velocemente come era arrivata! Il capitano del galeone aveva un'espressione corrucciata mentre guardava uno ad uno i suoi uomini, tutti pallidi e malandati, dopo che avevano dovuto affrontare una delle più terribili tempeste che avessero mai visto. Qualcuno ancora dava di stomaco ed il capitano stesso aveva una fortissima nausea.
Il capitano Morgan, un uomo alto e robusto, con i capelli corvini e due profondi occhi neri come la pece, non riusciva a dare una spiegazione a quanto era appena successo. Pur essendo giovane aveva vissuto numerose tempeste marine, ma non se ne ricordava neanche una che assomigliasse a quella appena finita. Ringraziò i suoi Dei per aver salvato il suo galeone e si diresse con passo lento verso la sua cabina, dove, ormai da giorni, lo aspettava il più grande dei dilemmi.

Dal punto in cui si trovava, Smemorina poteva vedere un ampio scorcio di oceano ed un enorme galeone solitario che si lasciava cullare dalle onde ormai lente di quell'immensa massa d'acqua. Sulla prua stava un uomo in piedi, immobile come una statua, come se stesse facendo dei ragionamenti così importanti che, anche il minimo movimento, sarebbe stata una distrazione. Poi, l'uomo, alzò il viso al cielo come se volesse farsi riscaldare dal sole, o come se stesse pronunciando una preghiera, e, dopo qualche secondo, abbassò il viso e si incamminò verso il centro della nave. 
Nel vedere il suo volto Smemorina ebbe un tuffo al cuore e pensò che fosse l'essere umano più bello che avesse mai visto! Nel vederlo sparire sotto-coperta si sentì triste, non aveva voglia di tornare a palazzo e quel galeone le aveva dato una scusa per restare lì seduta. Ma adesso non ne aveva più! Doveva tornare indietro e doveva ... fare cosa? Dire cosa?
Sentendosi osservata si girò e alle sue spalle ad una certa distanza, l'uomo dai capelli biondi la osservava, immobile! La sua espressione sembrava volerle dire "Resterò qui finché non mi parlerai!" 
Smemorina sospirò e, con una smorfia di rassegnazione, si alzò e si incamminò verso ... il suo destino!
Quando fu di fronte a lui gli chiese la prima cosa che le venne in mente "Qual'è il tuo nome?"
Lui piegò il labbro in una specie di sorriso "Thor!" rispose semplicemente.
"Cosa vuoi che ti dica?" chiese ancora lei.
"Tu cosa vorresti dirmi?" chiese di rimando lui.
Smemorina ci pensò su un attimo e rispose "Non lo so!"
"Bene, perché non lo so neanche io!" disse Thor con un'espressione così fintamente solenne che Smemorina non riuscì a trattenersi e scoppiò in una sonora risata.
Anche Thor rise "Hai la sua risata!" le disse infine mentre un velo di tristezza gli coprì gli occhi. 
Poi l'uomo si tolse dal collo una collana che teneva accuratamente nascosta dalla pettorina, prese il ciondolo che vi era attaccato e lo aprì porgendolo a Smemorina. La ragazza lo prese e vide che, dentro il ciondolo, c'erano due piccole fotografie, uno era lui, l'altra una donna bellissima. 
Era lei, Ivandra, sua madre! La ragazza si commosse nel vedere quanto amore quell'uomo riusciva ancora a provare per lei e pensò che doveva essersi persa molto senza sua madre. Alzò lo sguardo verso di lui e gli disse "Non ti chiamerò ... "padre" ... non adesso ... non ancora ... non so se mai lo farò!"
"Non ti chiederei tanto! E non te lo chiederò!"
"Ma tu ... se vuoi ... " Smemorina lo guardò dritto negli occhi " ... puoi chiamarmi "figlia"."
"Sarà un onore ed un privilegio ... figlia!" disse Thor mentre i suoi lineamenti si addolcivano al suono di quella parola!
"Ti va di conoscerci un po'?" chiese lui.
Smemorina annuì e, insieme, si incamminarono per il bosco di nuvole raccontandosi a vicenda, semplicemente e serenamente!

... continua ...

Nessun commento:

Posta un commento